Greco di Bianco: da antiche radici enologiche un vino passito unico e raro, dal caratteristico profumo di zagara

“Quando Orione e Sirio siano giunti nel mezzo del cielo, ed Aurora dalle rosee dita avvisti Arturo, cogli allora tutti i grappoli, o Perse, e portali in casa; per dieci giorni e per dieci notti esponili al sole, per cinque mettili all’ombra, e al sesto stiva nei vasi i doni di Dioniso molto felice.”

Questo antico procedimento vitivinicolo descritto ne Le Opere e i giorni del poeta greco Esiodo nel VII sec. a.C. è ancora oggi alla base della lavorazione delle uve con le quali si produce il Greco di Bianco DOC, un vino unico, resistito a secoli di storia.

La tradizione vuole che abbia origine da un tralcio di vite portato dai coloni greci sbarcati nell’VIII secolo a.C. presso Capo Zefirio (oggi identificato in Capo Bruzzano).

“Greco” è il vitigno, che si distingue da quelli della famiglia dei Greco perché diverso nella struttura e nella forma del grappolo: medio o grande, piuttosto corto, semispargolo e munito di una o due ali, con acini medi, dalla buccia spessa e poco pruinosa, di colore giallo dorato.

“Bianco” è il paese, un piccolo fazzoletto di terra affacciato sul mare in provincia di Reggio Calabria, vicino l’antica Locri Epizefiri, lungo quel tratto di costa ionica chiamata “Riviera dei gelsomini”, e dove ancora oggi, dopo centinaia di anni, quest’uva autoctona sopravvive.

Nome che richiama anche le caratteristiche del territorio dedicato alla sua coltivazione, per la presenza di una particolare e rara varietà di marne bianche di natura calcareo-argillosa detta “agghiocana“, ricca di minerali ed oligoelementi che ne conferiscono la peculiarità.

Mario Soldati scriveva raccontando questo vino: “Il Greco di Bianco fa 16 gradi. Vitigno: Greco. Colore giallo dorato intenso.

Profumo quasi amarognolo, come di zàgara, cioè fior d’arancio. Gusto dolce, ma non troppo dolce”.

Qualità eccezionali per questo passito che non ha perso nel tempo le sue caratteristiche, conservando quegli elementi di continuità che contribuiscono a differenziarlo. Assieme al Moscato di Siracusa, è considerato il più antico vino d’Italia e la sua produzione, quasi scomparsa attorno agli anni Sessanta, è stata poi ripristinata.

Si tratta di un vino dolce particolare, le cui uve sono raccolte a metà settembre, rigorosamente a mano, stese delicatamente al sole su graticci di canna per circa 8-10 giorni, e solo dopo avviene la pigiatura e torchiatura.

In altri casi, si usa appassirle direttamente sulla pianta; vecchi vigneti vengono ancora coltivati ad “alberello”, l’antico sistema di allevamento greco.

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Grappoli di Greco di Bianco in appassimento – Enzo Celi Ph

Il mito racconta inoltre che questo vino possedesse speciali poteri rigeneranti sia a livello fisico che mentale.

Si narra che durante la battaglia sul fiume Sagra, combattuta fra Locresi e Crotoniati nel VI secolo a.C., vinsero i primi, nonostante fossero in netta minoranza, grazie al Greco che diede loro forza e coraggio.

Questo nobile nettare, particolarmente gradito agli imperatori romani, nell’Ottocento era anche prescritto come ricostituente nelle convalescenze, nelle malattie acute, nelle febbri malariche e negli esaurimenti nervosi.

Il colore e la brillantezza del Greco di Bianco

Per Luigi Veronelli è “una gemma enologica”: il Greco di Bianco, color oro dai riflessi ambrati, è un vino brillante, intenso, caratteristico, che sa di frutta ed agrumi canditi, miele, mandorle, zagara e bergamotto, morbido e avvolgente, dal gusto fresco e piacevolmente dolce.

Profumi e sapori originali che sorprendono e appagano ad ogni sorso, un vino “da meditazione” ricco di storia, tradizioni e racconti della Calabria, meravigliosa terra di sole e di mare.

 

 

Bibliografia

 Esiodo, Le opere e i giorni, Ed. Studio Tesi, pag. 53 vv. 609-614

Guida ai vitigni d’Italia, Slow Food Editore, pag. 208

Mario Soldati, Vino al vino, pag. 486

 

Fonte: Patto in cucina – Prodotti Agroalimentari Tradizionali Tipici Originali per la salute

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1 commento

  1. […] caratterizzano da sempre miti e leggende del mondo del vino. E in Calabria, come accade per il Greco di Bianco, anche attorno al Mantonico, altro importantissimo vitigno autoctono diventato “di nicchia” per […]

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Giulia Cosenza

Calabrese DOC, sommelier con master in Cultura dell'alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche

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