Santi e vino: brevi racconti e curiosità sull’importanza che questa bevanda riveste nella religione e nella vita dei santi cristiani

Le storie, i legami e gli aneddoti che il vino ha sviluppato nella religione sono tanti ed esistono da sempre: da dono divino a bevanda diabolica, ha caratterizzato nei secoli la condizione dell’essere umano, dandone la misura dell’importanza che esso ha rivestito nel tempo. Ecco alcuni esempi.

Noè, biblico Patriarca progenitore dell’umanità, uscito dall’arca dopo il diluvio, diventò il primo coltivatore della terra e il primo a piantare la vite. Ingannato dal diavolo bevve il vino e si ubriacò. Per questo motivo viene da sempre ritenuto protettore degli ubriachi; dal libro dei Numeri (13,21-23) sappiamo che Mosè inviò dodici uomini ad esplorare la Terra Promessa e disse loro di riportare qualche prodotto agricolo del paese. Non lontano da Ebron trovarono una vigna, vi tagliarono un tralcio e un grappolo così grosso che per portarlo ci vollero due persone; da lì il popolo di Israele avrebbe abitato un paese di “viti e fichi e melograni”[1];

anche Abramo, primo Patriarca dell’Ebraismo, del Cristianesimo e dell’Islam, è considerato patrono di albergatori, bettolieri, osti e locandieri;

di San Barnaba si dice: “Per San Barnabà l’uva viene e il fiore va” o “Se piove per San Barnabà, l’uva bianca se ne va; se piove mattina e sera, se ne va la bianca e la nera”. Definito “apostolo” anche se non compare fra i dodici, viene venerato sia dalla Chiesa cattolica che da quella ortodossa, tradizionalmente considerato il primo vescovo di Milano, prima della conversione si guadagnò da vivere lavorando nel vigneto di sua proprietà (“…avendo un campo lo vendette e ne portò il ricavato agli apostoli”)[1] e viene invocato contro la grandine;

San Vincenzo Ferrer (Fonte: https://dobianchi.com/2012/08/22/at-st-vincent-san-francisco-david-lynch-is-a-daedalus-among-sommeliers/)

San Vincenzo Ferrer: grande predicatore della Chiesa, si narra che Dio lo mandò nel sud-est della Francia per mettere in riga quelle popolazioni poco ligie; ma egli, gustando e rigustando l’ottimo vino che producevano, abbandonò il comando divino e la sua punizione fu l’essere trasformato in statua. Viene spesso raffigurato con un grappolo d’uva in mano e la palma del martirio, ed è invocato per la protezione dei campi, delle vigne e dei vignaioli;

un’altra leggenda parla di San Teodoro, vescovo di Sion: alcuni viticultori si recarono da lui piangenti perché dopo una cattiva annata la vendemmia era stata scarsa. Dopo essersi ritirato in preghiera, ordinò che gli fossero portati dei barili vuoti e i pochi grappoli raccolti, e spremendo quest’uva con le mani riempì tutti i recipienti con un ottimo vino, il migliore mai gustato dai presenti;

Sant’Urbano, vescovo di Langres nel IV secolo, è spesso rappresentato con un grosso grappolo d’uva sia nei “capitelli” che nelle particolari “edicole” collocate tra i vigneti e i sentieri, per venerazione, riconoscenza o “scaramanzia” e per implorare protezione su vigne e uve, su vini e vignaioli, ed è diventato nel tempo anche protettore dei bottai;

 

 

 

 

Sant’Urbano di Langres (Fonte: www.winenews.it)

San Morando, monaco tedesco del XII secolo, è considerato patrono dei vignaioli nella regione meridionale dell’Alsazia, perché si racconta che abbia trascorso una Quaresima senza altro cibo che un grappolo d’uva;

San Remigio, invece, fu vescovo di Reims ed autore di vari miracoli di cui uno che ha il vino come protagonista: quando i Visigoti di Alarico continuavano ad imperversare nei territori dei Franchi e il re Clodoveo si preparava alla battaglia decisiva, Remigio gli fornì una botticella di vino dal quale avrebbero tratto vigore e forza per la battaglia lui e tutti i suoi soldati. Nel suo testamento vengono citati i vigneti della regione famosa soprattutto per la produzione dello Champagne;

La santità di San Martino di Tours, vescovo cristiano del IV secolo, non è legata al vino, ma fra le tradizioni della cultura contadina una delle più importanti è certamente la sua festa, che si celebra l’11 novembre: “A San Martino ogni mosto diventa vino” è il proverbio che accompagna la degustazione del vino novello proprio in questa circostanza, oppure nella viticoltura “Se vuoi ottenere del buon vino, pota e zappa di san Martino”;  

San Crispino, martirizzato insieme al fratello Crispiniano durante la persecuzione di Diocleziano, è diventato il patrono degli osti, degli ubriachi e del vino, perché la sua festa, il 25 ottobre, cade nel periodo in cui si attua la svinatura; spesso si storpia il nome in Graspin (graspo, grappolo);

San Zeno aveva grande dimestichezza con la viticoltura e i vini. Dopo la Messa i coltivatori si recavano da lui per avere consigli sulla vendemmia e sulla cura al vino novello. La sua immagine la ritroviamo spesso sulle etichette dei vini DOC del Veneto (ed un vino IGT Veneto, prodotto fra Verona e Vicenza ne porta proprio il nome);

San Venceslao, principe e martire di Boemia, viene onorato come protettore dei pigiatori d’uva. Fu un coltivatore proprietario di vigne e si dice che preparasse da sé il vino e le ostie per la Santa Messa quotidiana;

Santa Elisabetta, unica figura femminile in questo elenco maschile, regina del Portogallo divenuta poi Clarissa a Coimbra, è anche patrona degli enologi. Si narra che digiunasse abitualmente tre volte alla settimana per tutta la Quaresima, tutto l’Avvento e dalla festa di S. Giovanni Battista all’Assunta. I venerdì e i sabati che precedevano le feste della SS. Vergine si cibava soltanto di pane e acqua. Nella sua sete di penitenza, ella si sarebbe data ad altre austerità, se il marito glielo avesse permesso. I medici le ordinarono, per un certo tempo almeno, di abbandonare le queste privazioni, ma ella continuò a bere dell’acqua. Un giorno però Dio intervenne a favore dei discepoli di Esculapio, mutando in vino una brocca d’acqua che le era stata portata.

 

Bibliografia

[1] Vangelo di Luca 4,37

[1] Deuteronomio, 8,8

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2 commenti

  1. Salve, in merito a sant’ Urbano vorrei aggiungere che veniva invocato contro l’ubriacatura. Le farò sapere la fonte.
    Complimenti per il blog.

    1. Grazie, Davide!
      Aspetto le tue ricerche! È sempre bello approfondire queste tematiche relative alla cultura del vino. Un caro saluto e grazie ancora!

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Giulia Cosenza

Calabrese DOC, sommelier con master in Cultura dell'alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche

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