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Cosa mangiare a Castrovillari: 5 specialità della tradizione da conoscere e assaggiare

Le ciotaredde di Castrovillari

Dalla pizza alla pasta fino al dolce, ecco cosa mangiare a Castrovillari

Situata ai piedi del Massiccio del Pollino nella cosiddetta ‘Conca del re’, la città di Castrovillari in provincia di Cosenza, è il centro urbano più grande del Parco Nazionale del Pollino.

Punto di accesso privilegiato per le escursioni naturalistiche e il trekking, Castrovillari ha molti lati affascinanti che spaziano dall’architettura al folklore.

Infatti, Castrovillari è famosa per il suo storico Carnevale, ormai giunto alla 66esima edizione, e per il ‘Festival Internazionale del Folklore’.

Nel centro storico chiamato ‘La Cìvita’ è possibile immergersi nell’atmosfera medievale della città rappresentata dal Castello Aragonese, ristrutturato nel XV secolo e che domina la Valle del Coscile.

Castello Aragonese di Castrovillari
Il Castello Aragonese di Castrovillari (Fonte: calabriastraordinaria.it)

Una struttura imponente con quattro torri cilindriche agli angoli, originariamente concepito come prigione; il mastio del castello chiamato la ‘Torre Infame’, è legato a leggende di torture e macabre storie.

Tra gli edifici storici di maggiore interesse, spicca inoltre il Protoconvento Francescano, fondato nel 1220 da Pietro Cathin[1], oggi centro polifunzionale dedicato alla cultura e all’arte che ospita il Museo Archeologico di Castrovillari.

Questo comune dell’estremo nord della Calabria vanta anche una lunga tradizione enogastronomica fatta di piatti semplici provenienti dalla cultura contadina e, ovviamente, di buon vino.

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Vediamo assieme alcune delle specialità che bisogna assaggiare assolutamente quando si arriva qui.

  1. La Cipolla Bianca di Castrovillari De.Co.

Prima fra tutti i prodotti tipici di Castrovillari non possiamo non parlare della Cipolla Bianca, oggi prodotto De.Co.

Cipolla Bianca di Castrovillari
La Cipolla Bianca di Castrovillari De.Co. (Fonte: calabriastraordinaria.it)

Si tratta di un ecotipo locale, appartenente alla varietà Allium cepa, coltivato e apprezzato fin dai tempi antichi in tutto il territorio del Pollino e della Sibaritide.

Un tempo la sua coltivazione si estendeva a tutta la Valle del Coscile, mentre oggi è limitata alla località Jardìni e coinvolge una ventina di produttori che utilizzano tecniche a basso impatto ambientale.

Utilizzata come merce di scambio con i pastori in cambio del loro formaggio, la Cipolla Bianca di Castrovillari è alla base di diverse delizie culinarie che si preparano in zona.

Si mangia cruda nell’insalata oppure cotta nelle zuppe o nelle frittate o nel delizioso panicòttu (‘pane cotto’) preparato con pane raffermo e brodo insaporito con fagioli schiacciati, olio d’oliva, sale e formaggio.

Potete assaggiare la Cipolla Bianca di Castrovillari in diversi locali, persino sulla pizza.

  1. I Ciotaredde (le Ciotarelle)

Se qualcuno mi chiedesse cosa mangiare di tipico a Castrovillari risponderei: “le Ciotarelle”!

I Ciotaredde sono dolcetti tipici di Castrovillari, simili ai mostaccioli, che vengono preparati in occasione di particolari ricorrenze quali matrimoni, battesimi, feste religiose, ecc.

I Ciotaredde di Castrovillari
Ciotaredda di Castrovillari

La loro particolarità è nella forma, romboidale irregolare allungata, e nella glassatura con il naspro (annaspro) fatto di zucchero a velo e albume d’uovo montato.

Altra particolarità è la decorazione perché su un angolo viene sparso lo zucchero semolato o a granellini colorato di rosso; gli ingredienti sono farina, mosto cotto, noci, miele di fichi, e scorza di limone.

Sull’origine del nome ‘ciotaredde’ non si hanno notizie certe; alcuni ritengono che sia legato al modo estremamente semplice di preparare l’impasto (dal termine dialettale ciota che vuol dire ‘sciocca’).

Visivamente poi la forma e la decorazione della Ciotaredda potrebbero anche alludere all’organo sessuale femminile che, in passato, aveva questi nomignoli.

La ciotarella di Castrovillari

Diventate P.A.T. della Regione Calabria, le Ciotaredde di Castrovillari non si trovano facilmente; le preparano solo alcuni forni e pasticcerie (anche su prenotazione).

  1. Gli Spaghetti al Fuoco di Bacco

Gli Spaghetti al Fuoco di Bacco sono nati qui a Castrovillari; diventati famosi e molto ricercati, sono deliziosi spaghetti cotti nel vino rosso ottenuto dal magliocco, il vitigno principe delle Terre di Cosenza DOP.

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Questa pasta è semplice ma raffinata in cui il vino, il nettare di Bacco, si unisce al peperoncino piccante dando vita a un’esplosione di sapore.

Ma come si preparano?

Si inizia soffriggendo uno spicchio d’aglio con olio extravergine di oliva e peperoncino in una padella; quando l’aglio è dorato, si sfuma con un po’ di vino.

Nel frattempo, si cuoce la pasta fino a metà cottura, poi si aggiunge il resto del vino in padella e si continua la cottura come se fosse un risotto.

Una volta assorbito il vino e terminata la cottura della pasta, si aggiungono le olive, si manteca il tutto con abbondante formaggio e si guarnisce con prezzemolo fresco.

Delle cose da mangiare a Castrovillari, questo primo piatto è sicuramente una specialità da non perdere.

Spaghetti al Fuoco di Bacco
Gli Spaghetti al Fuoco di Bacco dell’Osteria Torre Infame di Castrovillari (CS)

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  1. La Schicculiata

Tra le cose da mangiare a Castrovillari c’è la ormai famosa pizza Schicculiata.

La Schicculiata è una focaccia soffice e profumata cotta in padella, profondamente legata alla tradizione culinaria di Castrovillari.

Anticamente i contadini che avevano un forno a casa e che coltivavano il grano, impastavano il pane e preparavano questa pitta al pomodoro.

Era una specialità tipica del periodo estivo in cui si preparava la salsa fatta in casa: si cucinava un sugo con olio, aglio, peperoni e basilico, e si informava prima di cuocere il pane trasformandola in una pizza nel ruoto.

Schicculiata di Castrovillari
La Schicculiata di Castrovillari (Fonte: crotoneok.it)

Oggi questa saporita ricetta è uno dei cavalli di battaglia della gastronomia castrovillarese perché conquista i palati di tutti con la sua artigianalità e semplicità di ingredienti.

È possibile trovarla in due versioni, col pomodoro fresco, basilico, aglio, olio, origano rigorosamente calabrese e spesso arricchita con peperoni oppure nella variante col pomodoro cotto e le olive nere rustiche infornate.

Una vera prelibatezza che merita più che un assaggio!

  1. Il Baccalà alla castruviddara

Uno dei piatti della tradizione castrovillarese e del Pollino è certamente il baccalà, che viene preparato e consumato, in genere, durante il periodo invernale e in occasione delle feste natalizie.

La ricetta classica prevede la cottura del baccalà in umido assieme ai peperoni (dolci o piccanti a piacere) e il pomodoro assieme all’olio extravergine di oliva, al sale e al prezzemolo.

Oggi il baccalà alla castruviddara si trova anche nella versione con i deliziosi e più famosi peperoni cruschi (cancareddi cruschi) e le olive.

Peperoni cruschi
I peperoni cruschi

 

[1] Pietro Cathin (o Catin), discepolo di San Francesco d’Assisi, fu il primo ministro provinciale dei francescani di Calabria, fondatore a Castrovillari del convento di S. Francesco d’Assisi, assassinato nella Giudeca il 15 aprile 1264 ad opera di un potente mercante ebreo.
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Giulia Cosenza

Calabrese DOC, sommelier con master in Cultura dell'alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche

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