La cucina detta ‘di strettissimo magro’ era l’alimentazione che la Chiesa proponeva nel periodo quaresimale: ecco un libro di ben 476 ricette scritto nel 1880 da Padre Gaspare delle Piane dell’ordine dei Frati Minimi fondato da San Francesco di Paola che ci racconta questa pratica
Un’antica dieta radicata nel digiuno religioso durante il periodo quaresimale: parliamo della cosiddetta cucina ‘di strettissimo magro’.
Oggi il cibo è oggetto di molte discussioni che vanno dall’ambito nutrizionale a quello etico e sostenibile; da queste premesse la filosofia della cucina di ‘strettissimo magro’ offre spunti interessanti su cui riflettere.
Questo stile alimentare parla della relazione tra il cibo e la spiritualità e incarna anche un profondo significato culturale e sociale.
Nella tradizione cristiana la cucina ‘di strettissimo magro’ era usata dai fedeli che durante i 40 giorni che precedevano la Pasqua rinunciavano alla carne e ai suoi derivati.
Il termine “strettissimo magro” indica proprio il rigore di questa cucina che escludeva non solo la carne, ma anche i latticini, le uova, il burro e i formaggi. In pratica una dieta vegana ante litteram.
Nonostante però le somiglianze con il veganismo, la cucina ‘di strettissimo magro’ si distingueva per il permesso dell’uso del pesce.
La pratica del digiuno e dell’astinenza era vista come un mezzo per dominare gli istinti e favorire la contemplazione religiosa; era anche una forma di penitenza e di purificazione.
Rifletteva un approccio alla vita basato sulla rinuncia e sulla disciplina, sottolineando l’importanza di controllare gli istinti e di concentrarsi sulla dimensione spirituale dell’esistenza.
In Calabria San Francesco di Paola, fondatore dell’ordine dei Minimi, ispirandosi a questa tradizione ascetica, ha promosso un progetto di vita basato proprio sulla preghiera e sul digiuno.
Esso abbracciava l’intero anno, non solo il periodo quaresimale, e veniva sancito con un voto solenne equiparato agli altri tre consueti della vita religiosa[1].
Il testo che documenta lo stile alimentare dell’ordine dei Minimi è il libro intitolato proprio “Cucina di strettissimo magro“, pubblicato per la prima volta nel 1880 da Padre Gaspare delle Piane a Genova.
Recentemente è stato oggetto di una nuova edizione in occasione del VI Centenario della nascita di San Francesco di Paola (1416-1507).
Una panoramica della cucina e della mentalità alimentare dell’epoca condensata in ben 476 ricette ‘inventate’ nelle cucine dei frati francescani, frutto di fantasia e lunga esperienza nello sperimentare gli abbinamenti.
A primo impatto questo ricettario ricorda quello del gastronomo romano Apicio: ci sono le minestre per le varie stagioni, salse calde e fredde per condire, zuppe, ripieni, timballi, polpettoni, torte, fritture e addirittura i liquori.
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Tonno, baccalà, acciughe, sarde, trote, ostriche, moscardini, polpi, anguille e aragoste: assieme alle verdure il pesce è protagonista di decine e decine di piatti proposti. Ci si teneva leggeri, ma sicuramente con gusto.
A distanza di secoli e in un’epoca segnata dal consumismo e dall’eccesso, la cucina dei francescani può educarci alla sobrietà del cibo non solo dal punto di vista spirituale ma anche e soprattutto salutare.
Ogni giorno affrontiamo sfide legate all’obesità e alle malattie croniche correlate all’alimentazione; adottare una cucina di ‘strettissimo magro’ può avere ottime ripercussioni sul benessere personale.
Il digiuno periodico, ad esempio, è stato associato a numerosi benefici tra cui il miglioramento della digestione, la riduzione dell’infiammazione e persino la promozione della longevità.
Bibliografia
La cucina di strettissimo magro senza carne, uova e latticini composta a comodità del pubblico dei Minimi di San Francesco di Paola, Introduzione di Mons. Giuseppe Fiorini Morosini Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, Laruffa Editore 2016