Tra le molte specialità da assaggiare assolutamente a Roma spiccano due dolci: lo storico Maritozzo e la famosa Sorchetta. Chi li ha mangiati entrambi alzi la mano!
‘Me stai de fronte, lucido e ‘mbiancato, la panna te percorre tutto in mezzo, co ‘n sacco de saliva nella gola, te guardo ‘mbambolato e con amore.
Me fai salì er colesterolo a mille, lo dice quell’assillo d’er dottore, ma te dirò, mio caro maritozzo, te mozzico, poi pago er giusto prezzo!’
È con questi versi in romanesco che nel 1964 il poeta Ignazio Sifone celebra la bontà del dolce di Roma (e del Lazio) per antonomasia, sua maestà il Maritozzo, un soffice panino-brioche traboccante di panna.
Sul Maritozzo molti sono i racconti e le leggende che vi girano attorno; di questa specialità non esiste solo la versione con la panna ma anche quella quaresimale con uvetta e pinoli, ricoperta di cioccolato o salata.
La nascita del Maritozzo sarebbe da ricondurre agli antichi Romani presso i quali si preparava una pagnotta con miele e uvetta chiamata libum primum[1].
Più tardi, in epoca medievale, quest’ultima viene ribattezzata ‘Er Santo Maritozzo’, l’unica golosità che era permesso mangiare durante il periodo di digiuno Quaresimale.
Nel 1833 Giuseppe Gioacchino Belli scrisse il sonetto ‘La Quaresima’ che inizia proprio parlando di questo dolce[2]; in una nota in italiano spiega cosa sono i Maritozzi:
‘I maritozzoli sono certi pani di forma romboidale, composti di farina, olio, zucchero, e talvolta canditure, o anaci, o uve passe.
Di questi si fa a Roma gran consumo in Quaresima, nel qual tempo di digiuno si veggono pei caffè mangiarne giorno e sera coloro che in pari ore nulla avrebbero mangiato in tutto il resto dell’anno’[3].
Successivamente il Maritozzo diventò il simbolo dell’amore e da qui il suo nome[4].
Infatti, il primo venerdì di marzo i fidanzati lo donavano alla propria fidanzata; all’interno ci si nascondeva un anello o un gioiello d’oro come proposta di matrimonio.
Ed era in questa occasione che il futuro marito prendeva l’appellativo canzonatorio di ‘maritozzo’.
Sul Maritozzo si facevano anche dei disegni con lo zucchero: due cuori intrecciati, due mani unite oppure un cuore trafitto da una freccia[5].
Si racconta anche che il Maritozzo fosse preparato a forma di cuore dalle giovani ragazze in età da marito per il più bel giovane del paese, il quale una volta assaggiato tutti avrebbe sposato la cuoca più brava.
Il Maritozzo con la panna a Roma è una istituzione; si mangia a colazione col caffè o cappuccino o semplicemente per merenda.
È un dolce molto semplice ma delizioso soprattutto quando la panna montata è freschissima. In suo onore è stato istituito anche il Maritozzo Day che si celebra il primo sabato di dicembre.
Molti non sanno che a Roma c’è un’altra specialità che puoi trovare solo qui: è una pasta danese arricchita da un leggero strato di crema pasticcera, con un buco al centro e guarnita con la panna e schizzi di cioccolato.
Si tratta della famosa Sorchetta doppio schizzo, dolce ‘notturno’ inventato dalla Pasticceria Lambiase, un piccolo laboratorio che si trova in via Cernaia 47, dalle parti della Stazione Termini.
Punto di ritrovo per i giovani, questo locale sforna dopo le 20:00 cornetti, ciambelle, dolci vari ma anche pizze al trancio. Il fondatore, Antonio Lambiase detto ‘il Sorchettaro’ è campano di Santa Lucia (Cava de’ Tirreni).
La Sorchetta doppio schizzo la si può trovare nelle versioni mora con cioccolato fondente, bionda con cioccolato bianco e del Nonno già mulatta.
La forma della Sorchetta e il nome romanesco alludono alle parti intime femminili, anche se la vera origine è da ricercare nella memoria della cultura popolare.
Infatti, con il termine ‘sorchetta’ a Roma si indica il 4 di denari delle carte italiane da 40, ma una volta era un gioco fanciullesco che si faceva nel periodo natalizio[6].
L’etimologia, ancora attuale, sarebbe però da ricondurre al fatto che una volta su questa carta venivano poste figure femminili come marchio di fabbrica.
In Sardegna, ad esempio, venivano prodotte delle carte con una donna sdraiata in una posizione considerata lasciva.
Se non avete ancora provato questa chicca calorica nella Capitale approfittatene appena potete, magari dopo una bella cena a base di Cacio e pepe o Gricia.
Tra un bel Maritozzo alla panna e una succulenta Sorchetta doppio schizzo quale dolce romano sceglieresti?
Nel dubbio, entrambi!
Bibliografia e sitografia
Cos’è il maritozzo: storia e leggende del più gustoso dolce romano, Roma Today, 28 novembre 2017