Altro giro in Calabria a San Donato di Ninea (CS), antico borgo enotrio del Parco Nazionale del Pollino famoso per le sue castagne dove l’Associazione ‘Borgo Ninevo’ ha riproposto una ricetta tradizionale, quella degli scavudatieddri sandunatisi
San Donato di Ninea è un borgo della Valle dell’Esaro in provincia di Cosenza, situato a 720 metri s.l.m., alle pendici del Cozzo del Pellegrino, nell’area sud-orientale del Parco Nazionale del Pollino.
Il nome Ninea deriva con tutta probabilità da Ninevo, il mitico capo colonizzatore degli Enotri che proprio qui si stabilirono ben prima della colonizzazione greca.
Secondo le fonti il nome di Ninea (Νιναία) appare in un frammento della Descrizione della Terra di Ecateo da Mileto, storico e geografo greco vissuto tra il VI e V secolo a.C.
L’antica San Donato un tempo sorgeva più a valle; durante le invasioni turche e saracene il paese venne spostato su un’altura protetta dai monti, per avvistare facilmente gli eventuali nemici e difenderlo dai pericoli.
Il borgo custodisce ancora tra le sue viuzze le memorie del passato; esemplare per la sua bellezza è senza dubbio la Chiesa della SS. Assunta, detta anche Chiesa della Motta.
Chiesa Matrice di San Donato di Ninea, è ubicata sulla sommità dell’abitato; eretta tra la fine del X secolo e l’inizio dell’XI, rappresenta uno dei rari esempi di caratterizzazione urbana di stile romanico.
La torre campanaria venne costruita in epoca normanno-sveva nel XIII secolo, mentre la facciata è stata rifatta tra il XVII ed il XVIII secolo.
Molto interessante da un punto di vista religioso sono anche le Grotte naturali di Sant’Angelo dette anche Santuario rupestre di San Michele Arcangelo.
Sono due cavità carsiche[1], situate alle pendici del Cozzo del Pellegrino e rappresentano un’importante testimonianza della diffusione della tradizione basiliana presente in Calabria a partire dal V secolo d.C.
La prima cavità venne occupata da eremiti e stiliti probabilmente già dal VII secolo d.C.; sono presenti un porticato medievale e bellissimi affreschi, tra cui quello proprio di San Michele.
La seconda grotta, invece, era abitata già in epoca preistorica; è oggi possibile visitare la Grotta di San Michele, riaperta da qualche tempo al pubblico e ben illuminata.
Altra attrazione rupestre del borgo di San Donato di Ninea è anche la chiesa di San Vito, ubicata nel ventre del costone roccioso intorno al quale è situato il centro storico.
Infine, nella frazione di Policastrello si possono ammirare altri importanti monumenti come la Chiesa del S.S. Salvatore, l’Oratorio di Santa Domenica con affreschi del ‘500 e nella parte alta il Castello Normanno.
San Donato di Ninea è famoso all’interno del Parco Nazionale del Pollino per le sue castagne; infatti, i castagneti sono da anni una notevole risorsa economica per questo borgo.
Le castagne di San Donato di Ninea sono rinomate per la loro qualità e quantità; ogni anno a questa produzione viene dedicata la ‘Festa d’autunno’ con una sagra che richiama sempre molta attenzione.
Con questo ingrediente fondamentale si fanno le Cassatelle, una bontà sandonatese che si prepara a Natale con le castagne conservate appositamente per questo periodo.
Sono delle deliziose mezzelune ripiene fatte con una sfoglia senza uova realizzata con farina, zucchero, olio evo, vino bianco o vermouth, con all’interno una crema al cioccolato e farina di castagne.
Nella crema delle Cassatelle sandonatesi ci sono anche altri ingredienti, tra cui il caffè, la marmellata di pere, il rum e l’anice.
Stesa sottilmente la pasta, vengono creati dei dischetti, farciti con la crema di castagne e richiusi a mò di raviolo o panzerotto.
Le Cassatelle sono immerse in abbondante olio e fritte e una volta asciugate vengono poi cosparse di zucchero a velo. In passato il ripieno veniva semplicemente fatto anche solo con ricotta e zucchero.
Altra ricetta tradizionale di San Donato di Ninea, ripristinata e valorizzata grazie alla giovane Associazione ‘Borgo Ninevo’ è quella degli squisiti Scavudatieddri sandunatisi.
L’associazione che si impegna nella promozione del borgo in tutti i suoi aspetti li ha proposti al pubblico in occasione della ‘Festa d’autunno’ del 2021, una novità che ha conquistato tutti i partecipanti.
Gli Scavudatieddri sandunatisi altro non sono che delle ciambelline, anch’esse fritte, a base di patate, uova, farina, prezzemolo, formaggio vaccino grattugiato, sale e pepe.
Vengono preparati lessando prima le patate, schiacciate ancora calde; si aggiungono poi la farina, le uova, il formaggio, il prezzemolo tritato, il sale e il pepe.
L’impasto è lavorato finché non diventa ben compatto; realizzati i cordoncini di pasta a forma di ciambella, gli Scavudatieddri sono immersi nell’olio bollente finché non diventano ben dorati.
Gli Scavudatieddri sandunatisi sono semplici ma deliziosi, fragranti, profumati e saporiti. Uno tira l’altro!
Associazione ‘Borgo Ninevo’
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