Miele di fichi pronto

Il miele di fichi in Calabria si usa specialmente per condire i famosi turdilli natalizi o la scirubbetta ed è una leccornia per veri intenditori: vediamo come prepararla

Estate: è tempo di fichi. Tra agosto e settembre maturano questi frutti squisiti, dolcissimi e carnosi che vengono coltivati da tempi immemori da tutti i popoli del Mediterraneo.

L’origine del fico sembra essere l’Asia Occidentale o il Medio Oriente; apprezzato da tutte le antiche popolazioni era amato non solo per il suo gusto ma soprattutto per il suo valore simbolico.

Fichi bianchi
Fichi bianchi

Già nella piramide di Giza, eretta nel periodo compreso tra il 4.000 e il 1.500 a.C., è stata rappresentata la raccolta dei fichi; emblema di fecondità ed abbondanza, per Greci e Romani il fico era una pianta sacra e col suo latte si cagliava il formaggio;

Publio Ovidio Nasone racconta che in occasione del capodanno era usanza offrire, ad amici e parenti, frutti di fico e del miele come augurio per il nuovo anno.

Il fico (Ficus carica) è una pianta appartenente alla famiglia delle Moraceae ed è un albero dal tronco corto e ramoso che può raggiungere altezze di 6–10 m.

Pianta di fico
La pianta del fico

I fichi sono il frutto del fico ma che in realtà sono grosse infruttescenze carnose, a forma di pera, ricche di zuccheri quando maturi.

Questa infruttescenza viene detta ‘siconio’ e varia dal verde al rossiccio fino al bluastro-violaceo; è cava e all’interno sono racchiusi i fiori unisessuali, piccolissimi.

Le foglie del fico sono grandi, scabre, oblunghe, grossolanamente lobate a 3-5 lobi, di colore verde scuro sulla parte superiore, più chiare ed ugualmente scabre sulla parte inferiore[1].

Molto diffuso nell’Italia Meridionale, nella provincia di Cosenza il fico della varietà Dottato è diventato DOP.

Fico dottato cosentino
Il Fico Dottato Cosentino DOP

Giunto in Calabria assieme ai viaggiatori che lo usavano come merce di scambio, la sua coltivazione ha preso velocemente piede, favorita da una condizione pedoclimatica ideale.

La zona di produzione dei Fichi di Cosenza DOP comprende tutta la valle del fiume Crati e il versante destro del bacino del fiume Savuto ed è rappresentata dal territorio della provincia di Cosenza compreso tra l’area montuosa del Pollino e l’area dell’Altopiano Silano, nelle aree collinari fino a 800 m s.l.m.

I fichi in Calabria vengono utilizzati essenzialmente per essere essiccati e per produrre le crocette che verranno consumate poi a Natale e nei mesi invernali (LEGGI ANCHE IL POST SULLE CROCETTE) o i palloni di fico (i paddrùni i ficu).

Ma con i buonissimi fichi, soprattutto nel cosentino, si fa anche il miele (cotto), ‘u mele ‘i ficu che alcuni chiamano ‘u milazzu,  una specialità della tradizione con cui si ammelano i famosi turdilli natalizi o la scirubbetta, oppure ci si preparano i mostaccioli.

LEGGI IL POST SULLE CROCETTE E IL MIELE DI FICHI PER IL NATALE CALABRESE

Ma come si fa questo prezioso e raro miele di fichi?

Dico prezioso perché il procedimento per ottenerlo è lungo e sono necessari diversi chili di fichi.

Ingredienti:

  • 5 kg di fichi freschi;
  • 5 litri d’acqua;
  • Zucchero (a piacere)

N.B. con queste quantità si otterrà circa un litro di sciroppo

Procedimento:

Dopo averli lavati (nel caso non fossero puliti), bisogna schiacciare i fichi prima di metterli sul fuoco anche se alcuni preferiscono lasciarli interi.

Ottenuta una specie di purea, i fichi vengono messi in una pentola assieme all’acqua (5 litri di acqua per 5 kg di fichi) e si lasciano bollire.

Miele di fichi in cottura
Miele di fichi in cottura

Dopo averli portati a bollore, si lascia cuocere per altri 30-40 minuti; una volta effettuata questa operazione si passa a quella del filtraggio.

Per ottenere il miele di fichi non è necessaria la purea ma solo la parte liquida; perciò bisogna separarla da quella solida attraverso un canovaccio resistente o un panno.

Miele di fichi parte liquida
Parte liquida del miele di fichi

E’ importante non far andare i semini dei fichi nel liquido, per questo non si usa un semplice colino, ma volendo lo si può anche usare a patto che venga poi rifiltrato col panno.

Filtrato il succo ora si procede al restringimento: rimesso sul fuoco dovrà bollire per un bel po’.

Durante la cottura (che sarà di qualche ora) si formerà una schiuma che è preferibile eliminare con un cucchiaio o un colino.

Bollitura del miele di fichi
Eliminare la schiuma durante la bollitura del miele di fichi

Man mano che cuoce, il miele di fichi diventerà di quel bel colore scuro che lo caratterizza e il profumo sarà inebriante.

Consistenza del miele di fichi
Provare la consistenza del miele di fichi

Nel caso fosse troppo liquido si può aggiungere dello zucchero, ma non è obbligatorio; vi accorgerete che è pronto quando la sua consistenza sarà più collosa e dalla ‘prova piattino’ avrete la conferma che sia diventato mieloso.

Miele di fichi pronto
Il miele di fichi pronto per essere gustato

Quando è ancora caldo il miele di fichi è più fluido e si versa meglio nei contenitori; se si usano i barattoli a tappo è meglio chiuderli subito così da formare il sottovuoto, ma si conserva bene anche senza.

Il miele di fichi è ottimo sui formaggi, sul pane o sulle fette biscottate e può essere uno sciroppo salutare perché possiede proprietà espettoranti per curare tosse e raffreddore, oltre che un fantastico dolcificante naturale.

LEGGI IL POST SULLE PROPRIETA’ DEI FICHI

N.B. La polpa dei fichi rimasta può essere utilizzata come ripieno per una bella crostata aggiungendo delle noci.

 

[1] www.alimentipedia.it/fico
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Giulia Cosenza

Calabrese DOC, sommelier con master in Cultura dell'alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche

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