Tovaglia rotonda

L’evoluzione nel tempo degli usi e costumi della tovaglia da tavola

Ci siamo mai chiesti come sia nato l’uso della tovaglia? Fatta di tessuti più o meno pregiati, oggi rappresenta un elemento essenziale nella biancheria della nostra casa, immancabile per ricoprire le tavole durante i pranzi, le cene o nelle occasioni speciali. L’utilizzo di questo pezzo di stoffa per imbandire nasce molto tempo fa, a quanto sembra, presso gli antichi Romani.

Tovaglia da tavola
La tovaglia, immancabile elemento nella biancheria di casa

I Greci non utilizzavano tovagliati durante i banchetti, mentre i Romani, soprattutto durante l’epoca repubblicana, iniziarono ad apparecchiare con un panno simile ad un tappeto sul quale vi ponevano i piatti principali e che aveva probabilmente la funzione di attutire rumori e assorbire i cibi liquidi.

Secondo la tradizione fu l’imperatore Tito Flavio Domiziano che insegnò ai Romani a coprire la tavola con delle tele e a far diventare quest’uso quasi un culto.

Ci sono diversi vocaboli, sia greci che latini che identificano un panno utilizzato nella toeletta personale o a tavola per detergere viso, mani e bocca (χειρόμακτρον, ἐκμαγεῖον[1], gausape[2] (γαυσάπης), facitergium, manutergium, manumundium, orarium, sudarium, linteum).

Dal I secolo d.C. sono più noti il mantīle o mantilium (simile alla nostra tovaglia[3]) e anche le mappae[4] (o mappulae, antichi tovaglioli che i convitati portavano da casa[5]), generalmente in lino.

Ultima Cena, mosaico di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna
Ultima Cena, mosaico di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna (Fonte: pinterest.com)

Come testimoniano le rappresentazioni dei bellissimi mosaici ravennati, essa diventò da subito parte integrante del rituale liturgico cristiano: ad esempio sulla tavola semi circolare dell’Ultima Cena a Sant’Apollinare Nuovo (VI sec. d.C.) campeggia una tovaglia bianca frangiata con semplici disegni geometrici e anche in quello raffigurante i sacrifici di Abele e Melchisedec a San Vitale (VI sec. d.C.) l’altare è coperto da una tovaglia bianca ricamata, sempre frangiata.

Sacrificio di Abele e Melchisedec a San Vitale Ravenna
Sacrificio di Abele e Melchisedec, mosaico di San Vitale a Ravenna (Fonte: commons.wikimedia.org)

La tovaglia da altare si limitava, allora, a coprire la mensa ricadendo soltanto sui lati e non sempre fino ai piedi: aveva i bordi laterali e quello anteriore ornati con motivi tessuti o ricamati. Con il passare del tempo questo oggetto ha assunto grande valore di cultura e civiltà oltre che ornamentale e di decoro.

Tovaglia Perugina Giotto Basilica superiore di Assisi
Cena del Cavaliere da Celano (Giotto, Basilica superiore di Assisi, 1295-1299): la tavola è apparecchiata con una “tovaglia perugina” (Fonte: www.festivaldelmedioevo.it)

Nel Medioevo la tovaglia da tavola era molto semplice, chiara con gli orli sfrangiati; nel Trecento la tessitura si fa più complessa, iniziarono a comparire bordi azzurri e figure stilizzate, stoffe a spina di pesce o a occhio di pernice (come nelle cosiddette “tovaglie perugine).

A volte si profumavano i tessuti e si sovrapponevano diverse tinte in modo che si intonassero di volta in volta alle pietanze servite. Nel mondo cavalleresco la tovaglia divenne segno di prestigio, ed esserne privati rappresentava una forma di umiliazione.

Un rituale di metà del ‘300 prevedeva che i cavalieri che avessero macchiato il proprio onore venissero fatti sedere a tavola e che davanti a loro fosse tolta la tovaglia, tagliata sia a destra che a sinistra.

Alcuni Crociati fecero voto di non mangiare più con la tovaglia fino a che non avessero assolto il loro compito di combattere in Terra Santa.

Tra il 1400 e il 1500 la tovaglia fu elemento distintivo delle classi sociali agiate, arricchite da ricami e decori sempre più importanti; in età barocca tessuti damascati e pizzi impreziosirono in modo vistoso le tavole dell’epoca; successivamente queste lavorazioni scomparvero e si tornò a tovaglie lisce, bianche, orlate di trine, molto ampie che coprivano tutto il tavolo fino a terra.

L’evoluzione dell’uso di tovaglie e tovagliati continua giungendo fino ai giorni nostri, facendoli diventare oggetti indispensabili per l’igiene e il decoro durante gli incontri a tavola. Materiali, decorazioni, forme e colori sono ormai disparati ma ciò che nei secoli è rimasto sempre lo stesso è il suo valore culturale.

Tovaglia rotonda

 

LEGGI ANCHE IL POST SULLA CIVILTA’ DELLA TAVOLA E LE “CENE IN BIANCO”

 

Sitografia

www.treccani.it

 

[1] Un tovagliolo citato in molte fonti papirologiche alessandrine (Pap. Louvre, 52, 7; 53, 43-14 cit. da M. Modica, La civiltà dell’Egitto greco-romano, Roma 1924, p 42).
[2] Era un particolare tessuto di lana introdotto in Roma verso il tempo di Augusto. Era velloso da un lato e più unito dall’altro. Lo si usava per salviette, o, in genere, per asciugatoi (Plinio, Nat. Hist., VIII, 73; Luc., Sat., XXI, 9; Ov., A Amat., II, 300; Oraz., Sat., II, 8, 11; Marz., XIV, 152).
[3] Varrone, Lingua lat., VI, 85; Servio, ad Verg. Georg., IV, 377; Marziale, XII, 29, 12 e XIV, 138; Isidoro, Orig., XIX, 26-6
[4] Il termine mappa oggi indica le rappresentazioni grafiche di una zona di terreno; ma si chiama così perché anticamente sullo stesso tessuto di questi tovaglioli si disegnavano le carte geografiche, considerata la sua maggiore resistenza nel tempo rispetto alla carta o ad altri supporti simili.
[5] Orazio, Sat., II, 8, 63; Marziale, XII, 29, 11
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Giulia Cosenza

Calabrese DOC, sommelier con master in Cultura dell'alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche

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