Il cioccolatino degli innamorati che all’inizio si chiamava Cazzotto: ecco come nasce il nostro Bacio Perugina®, icona italiana nel mondo
Era il 1922 quando un’intraprendente giovane donna di nome Luisa Spagnoli ideò un cioccolatino impastato con la granella di nocciola residua di altre lavorazioni:
aggiungendovi una nocciola intera e ricoprendolo con l’inconfondibile cioccolato fondente Luisa, diede vita al Cazzotto[1].
“Cazzotto” perché non era molto bello a vedersi: con la sua forma irregolare sembrava un pugno chiuso dove la nocca più sporgente era la nocciola intera.
La Perugina ebbe un brillante amministratore delegato, Giovanni Buitoni, che pensò che quel nome non fosse per nulla adatto a questo prodotto:
quale cliente avrebbe avuto il coraggio di chiedere ad una commessa di un negozio, magari carina, “Per favore, un cazzotto”?
Fu dunque proprio Buitoni che ribattezzandolo lo consacrò al mondo:
lo chiamò Bacio, un nome decisamente più dolce e romantico, che venne anche perfezionato nella forma (ricordando eroticamente, secondo alcuni, quella di un piccolo seno) che grazie ad un’efficace campagna pubblicitaria diventerà negli anni l’inconfondibile cioccolatino italiano dedicato all’amore.
Il Bacio è anche simbolo del legame sentimentale che nacque tra Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni;
proprio questo ispirò il direttore artistico della Perugina, il pittore e grafico futurista Federico Seneca, che ne realizzò la presentazione e la classica confezione blu ritraendo su quest’ultima l’immagine di due amanti che si baciano, avvolti in un cielo serale, come quelli dell’omonimo quadro di Francesco Hayez. Rievocandone le sagome, la scatola si trasformò in un messaggio d’amore, quasi fosse una cartolina.
A proposito di messaggi, la particolarità dei Baci Perugina sono tuttora i cartigli nascosti nelle praline tra l’incarto argentato color della luna (e successivamente arricchito dalle stelline): i primi apparvero negli anni Trenta, sempre ad opera di Seneca.
Secondo una tradizione “indiscreta”, Luisa aveva l’abitudine di scrivere piccoli pensieri d’amore al suo amante Giovanni avvolgendoli attorno ai cioccolatini che poi lui doveva controllare.
Molto più probabilmente fu invece Buitoni a importare dall’America l’uso dei bigliettini;
all’inizio non vennero scritte frasi romantiche, piuttosto delle massime provocatorie che non piacquero ai consumatori e che per questo vennero sostituite con quelle che fanno dei Baci Perugina il loro must.
In poco tempo i cartigli dei Baci Perugina divennero veri e propri oggetto di culto e di collezionismo;
fu indetto persino un concorso a premi, uno fra i primi in Italia: la frase del bigliettino venne divisa in due stornelli successivi, in cui il primo rimandava al secondo.
Lo scopo era quello di comporre quella intera, ingegnandosi per trovarla e scambiandoli tra gli appassionati.
Il Bacio Perugina® varcò presto le soglie dei mercati internazionali diventando un’icona di stile e di gusto:
i cartigli furono tradotti in varie lingue, persino in arabo e in cinese; anche le bellissime pubblicità e gli slogan sono rimasti impressi nella memoria.
Nel corso degli anni si tentò, invano, di modificare l’originalità del Bacio:
nel 1964 ad esempio uscì sul mercato una variante con ciliegia e liquore al posto della nocciola, in un incarto dorato con la grafica rossa anziché argentato con la grafica blu e con la confezione anch’essa rossa.
L’interesse del pubblico fu alquanto scarso perché il Bacio resta unico, anche nella ricetta.
Oggi però lo possiamo trovare in diversi “look”: oltre al cioccolato classico fondente c’è quello al latte, quello bianco e persino una limited edition diventata fenomeno social;
per quest’ultimo è stato utilizzato come copertura il Ruby[2] che nasce dalle omonime fave di cacao e che regala alla pralina un delizioso colore rosa ed un aroma delicatamente fruttato.
Sitografia
[1] Luisa Spagnoli fu un’imprenditrice innovativa. Donna creativa e intraprendente, Luisa Sargentini nasce a Perugia nel 1877 da una famiglia povera. Si sposa molto giovane con Annibale Spagnoli e con lui rileva un negozio di drogheria nel centro di Perugia. Dal 1909 quel laboratorio farà parte di Perugina® e le intuizioni di questa donna straordinaria, in breve tempo, segneranno la storia. Una storia tutta italiana. Dalla sua intuizione nasce il cioccolato Luisa, l’inconfondibile fondente Perugina.
[2] Frutto di uno speciale processo produttivo studiato da Barry Callebaut, che esclude l’uso di coloranti, il cioccolato rosa di “quarta generazione” nasce dopo ottant’anni dall’invenzione del cioccolato bianco.