Antiche coppe e tazze per bere: nomi, usi e tipologie dei vasi potori
La ceramica ha origini antichissime. Fin dal Mesolitico (circa 10.000 anni fa) tutti gli oggetti prodotti con la cottura dell’argilla hanno rivestito un ruolo importante nella quotidianità degli antichi. Anfore e vasi costituivano i recipienti per eccellenza per contenere, conservare e trasportare i cibi, l’acqua, il vino, l’olio, medicamenti e sementi varie.
I vasi, soprattutto nel mondo greco, non sono stati solo elemento di praticità; ad oggi rappresentano vere e proprie opere d’arte al pari di templi o di mosaici. Con le loro splendide forme e decorazioni uniche sono testimonianze di vita e di cultura. Hanno fasi e stili diversi, nonché tecniche di produzione diverse come anche le loro forme, che variano a seconda del loro uso.
Vediamo assieme quali erano i vasi potori del passato, ossia le coppe e le tazze utilizzate per bere e le loro caratteristiche distintive.
Iniziamo dalla più famosa tra i vasi potori, la kylix. Il termine kylix appartiene a quella forma ceramica attica sviluppatasi soprattutto a partire dal VI secolo a.C.; in italiano genericamente significa “coppa”, ma nello specifico, essendo utilizzata per bere il vino, possiamo chiamarlo “calice”, vista la sua bellissima forma con corpo espanso e poco profondo, con due piccole anse impostate poco sotto l’orlo e quasi orizzontali, sostenuto da un piede in genere con un alto stelo.
Il kantharos (italianizzato in cantaro) è una coppa per bere caratterizzata da due alte anse che si estendono in altezza oltre l’orlo, spesso rialzato su un piede con stelo. Lo skyphos, invece, è una tazza di piccole dimensioni, con breve labbro, il corpo profondo, con anse orizzontali o oblique, impostate appena sotto l’orlo.
Il kyathos è sempre una tazza ma svasata con un’unica lunga ansa a nastro, utilizzata come attingitoio. Era però più diffuso presso gli Etruschi, in particolare tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C.
Fra i vasi potori ce n’è uno molto curioso, di antica origine che ha la forma di corno che oltre a avere un foro più grande per riempirlo, ne ha anche uno più piccolo che serve per versare il liquido. Si trova spesso in forme plastiche che raffigurano ad esempio animali; è un vaso usato per bere, per attingere liquidi da altri vasi, o per libagioni rituali: il suo nome è rhyton.
Il kothon fa parte della serie dei vasi potori antichi ma ha una forma meno frequente; si presenta con il corpo basso e rigonfio e l’orlo rientrante, dotato di un’unica ansa ad anello affiancata da due sporgenze. In alcuni casi appare addirittura privo di ansa e con piede su corto stelo.
Kothon o cothon è anche il nome di un vaso tipico della civiltà picena, molto diverso da quello greco: è piccolo, caratterizzato, dal corpo globulare e schiacciato con una sola ansa rialzata, con un orlo molto rientrante ed una bocca ristretta.