Cultura

Storie di Calabria: il Rione San Nicola e la cantina di Liborio a Morano

Tutti dovrebbero visitare Morano Calabro. Qui, dove lo sfondo del massiccio del Pollino si unisce alla bellezza suggestiva del borgo, le storie della gente parlano di tradizioni lontane. Ve ne racconto una legata al vino, quella della cantina di Liborio che, un tempo, era punto di riferimento della vita del Rione San Nicola

 

Morano Calabro (Cs): un presepe fra i monti del Pollino

Ai piedi del Pollino, disteso a mo’ di presepe, spicca uno dei Borghi più belli d’Italia e, sicuramente, uno dei più caratteristici della nostra magnifica regione: Morano Calabro (Cs). Arroccato lì, su una collina, solo a guardarlo da lontano non puoi non desiderare di conoscerlo.

Il fascino di Morano è racchiuso negli archi, nei torrioni, nei contrafforti di pietra che si mescolano all’imponenza dei monti circostanti, creando uno scenario unico. Le case semplici sembrano adagiate le une sulle altre, le sue suggestive viuzze medievali si aprono davanti a piazzette, chiese ricche di maestranze artistiche e a palazzi signorili, oppure davanti a scorci paesaggistici mozzafiato. Se arrivi fino in cima poi, puoi ammirare il suo Castello Normanno che svetta maestoso.

Conta poco più di 5000 abitanti ed incanta tutti i suoi visitatori. E’ uno dei paesi calabresi più apprezzati per la sua particolarità: ribattezzato dalla stampa “quel borgo disegnato nel blu”, ha ispirato in una delle sue tante opere visionarie addirittura il famoso grafico olandese Escher, che visitò Morano proprio durante il suo Grand Tour in Calabria.

E’ un borgo silenzioso fatto di arte e natura che ha tanto da raccontare. La sua storia è molto antica e ne conserva bene le tracce: infatti Morano è situato in una posizione strategica nell’alta valle del fiume Coscile (l’antico Sybaris magnogreco) e in epoca romana era la statio di Muranum lungo l’importantissima strada consolare che collegava Capua a Reggio, chiamata Via Annia-Popilia; successivamente, lo ritroviamo con il nome di Summuranum nel cosiddetto Itinerarium Antonini (III secolo d.C.) e nella Tabula Peutingeriana (III secolo d.C.). Alcuni pensano che il nome derivi dal verbo greco maruo (raccogliere insieme) oppure da meruma (cumulo), ipotesi tutte da verificare.

Fra le varie “passeggiate” che Morano offre, c’è quella che si inerpica fino alla sommità del paese attraversando il Rione San Nicola, un luogo in cui il tempo si è fermato e che, oggi, i tocchi di colore dei fiori nei vasi, le scritte sulle porte delle vecchie case e le accortezze dei suoi abitanti, hanno reso una delle zone più magiche di questo borgo.

Rione San Nicola a Morano Calabro (Cs)
Rione San Nicola a Morano Calabro (Cs): Porta San Nicola

Risalendo il corso chiamato “Fettuccia”, poiché lungo e stretto e un tempo sempre pieno di gente, mi imbatto in una delle frasi scritte su di un portone: “Vulimu vinu, vulimu vinu, vulimu vinu parapapa pappà / vulimu vinu, vulimu vinu, vulimu vinu parapapa pappàCosì cantavano negli anni Cinquanta del secolo scorso i ragazzi accompagnando un simpatico motivo musicale eseguito dalla banda di Morano sotto “l’egida” del capobanda Mastu Giacumu, terminata la festa della Candelora o dell’Addolorata partendo dal sagrato di San Nicola sin qui alla cantina di Liborio

La porta della cantina di Liborio a Morano Calabro (Cs)

Parole che raccontano una storia, una delle tante di Morano, e cioè quella della cantina di Liborio, che è stata portata avanti da tre generazioni, di cui l’ultima quella di Morelli Liborio. Ai tempi era l’unico ritrovo per gli abitanti del Rione San Nicola e importante per i contadini che lavoravano alla giornata i quali, rientrando alla sera dai campi, potevano facilmente trovare lavoro per il giorno successivo.

Morano Calabro (Cs), Rione San Nicola

Il giorno dell’Immacolata anche nella cantina di Liborio a Morano si svolgeva il cosiddetto “Parciavutta”, ossia l’antico rito della spillatura delle botti.

In quasi tutti i comuni del Parco Nazionale del Pollino ancora oggi la data dedicata a quest’evento è proprio l’8 di dicembre e nel vicino paese di Mormanno, per l’occasione, si organizza una sfida tra i quattro quartieri cittadini che dura ben tre giorni, e durante i quali si possono degustare prelibatezze tipiche e vino novello. Vince chi riesce ad allestire meglio le antiche cantine, chiamate “vuttari”, e a offrire i migliori prodotti della tradizione.

Col Parciavutta alla cantina di Liborio di Morano si iniziava il vino nuovo e il proprietario invitava i suoi clienti più assidui. Il vino veniva accompagnato da olive, fave secche o” arrappate” cioè bollite, e anche da lupini. Si mangiava sui tavoli dove si giocava anche a carte, e per chi vinceva, il premio era una bevuta in solitaria.

Come narra la scritta sulla porta di Liborio, il giorno della Candelora, della Addolorata o della festa della chiesa di San Nicola (che si trova proprio a due passi dalla cantina), la banda arrivando qui cantava anche: “A festa è scunta e i forasteri s’innenaì”, cioè “la festa è finita e i forestieri devono andare via”, ossia la gente che non era di Morano doveva andarsene perché l’oste doveva offrire da bere ai suoi compaesani.

L’ultimo giorno di Carnevale poi, gli abitanti della zona si vestivano da mietitori, andavano in cantina e dicevano: “Mitimu vasciu vasciu ca patruna ci ni vò”; e così, sempre ospiti dell’oste, entravano per bere il suo buon vino.

Morano è davvero un posto meraviglioso. Si respira pace e tranquillità e i monti del Pollino, così vicini, sembrano abbracciare queste case e questa gente, così accogliente ed ospitale.

La storia della cantina di Liborio è anche la storia degli abitanti del Rione, degli usi, dei costumi e delle tradizioni locali; in un tempo in cui si viveva di cose semplici, genuine e modeste, si stava soprattutto assieme, attorno ad un bicchiere di vino e a qualche fava, si condividevano momenti di festa e di allegria.

La bellezza senza tempo e gli scorci naturalistici del borgo di Morano Calabro (Cs)

Penso che tutti dovrebbero visitare Morano almeno una volta, perdersi per un po’ nell’atmosfera che questo bellissimo borgo sa regalare.

Grazie a I viaggi del Milione e al suo progetto di turismo responsabile, è possibile guardare a questi splendidi luoghi con un occhio diverso, quello incentrato su esperienze autentiche di riscoperta e valorizzazione dei territori, attraverso escursioni e visite guidate.

Morano Calabro (Cs) dal percorso Cammino a passo lento

Io ho scoperto Morano con il Cammino a passo lento assieme a Maria Rita e Federica, partendo da Castrovillari, nel percorso che era l’ex tratto ferroviario della linea Spezzano-Castrovillari-Lagonegro, poi dismesso nel 1977, e che oggi ha ceduto il posto ad una pista pedociclabile inaugurata nel dicembre 2015.

La vista che si apre è impagabile: per chi ama la natura e le montagne, fare questa lunga passeggiata è un ottimo modo per poter godere appieno di questa parte della nostra Calabria.

 

Contatti e riferimenti

 

www.comunemoranocalabro.it

www.prolocomorano.it 

parcopollino.gov.it

www.viaggidelmilione.com

jamaluca.com

www.virginiamcfriend.it

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2 commenti

  1. Ci sono dei posti meravigliosi in Calabria che nemmeno conosciamo.Peccato che per i noti problemi di viabilità,non siano facilmente raggiungibili.Dal racconto,sembra un posto davvero affascinante…

    1. Lo è! E’ assolutamente da visitare!

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Giulia Cosenza

Calabrese DOC, sommelier con master in Cultura dell'alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche

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