Un’altra pagina della storia del vino racconta di un farmacista francese di fine Ottocento che ideò una bevanda curativa a base di Bordeaux e foglie di coca: le Vin Mariani à la Coca du Pérou, sulla scia del quale nacque uno dei colossi mondiali del beverage, la Coca Cola

Degli aspetti curativi del vino molti furono gli studiosi che ne trattarono le virtù terapeutiche, sin dai tempi più remoti e in tutte le culture.

Nella seconda metà del XIX secolo, questo fu protagonista di una bevanda diventata molto popolare grazie al brevetto di un farmacista francese di nome Angelo Francesco Mariani: la ricetta di questo elisir medicinale prevedeva semplicemente un litro di buon Bordeaux e sessanta grammi delle migliori foglie di coca e venne chiamato Vin Tonique Mariani à la Coca dou Perou, abbreviato in Vin Mariani.

Le Vin Mariani, Jules Chéret 1894, manifesto pubblicitario (Fonte: it.wikipedia.org)

Già anni prima lo scienziato Paolo Mantegazza nel suo articolo “Sulle virtù igieniche e medicinali della coca e sugli alimenti nervosi in generale” del 1859, rimase affascinato dalle proprietà della Erythroxylum coca, coltivata principalmente in Sudamerica; anche Sigmund Freud, durante i suoi studi di medicina, ne analizzò gli effetti sull’uomo: venne usata per alleviare ansia, depressione e dipendenza da morfina.

Qualche anno più tardi, nel 1863, Mariani si accorse che lasciando macerare nel liquido le foglie di coca per 10 ore, l’etanolo presente nel vino, fungendo da solvente, ne estraeva in bassa concentrazione la cocaina, dando origine al composto chimico chiamato cocaetilene che rafforzava e prolungava l’effetto dei due ingredienti.

Il successo fu immediato: il Vin Mariani era quasi una panacea, curava influenza, dolori, dispepsia e altri malanni comuni e fu commercializzato come digestivo o aperitivo.

Le dosi consigliate erano di due o tre bicchieri al giorno per gli adulti e la metà per i bambini.

All’epoca però ignoravano gli effetti negativi della coca e del suo abuso: eccitazione, aumento dell’attenzione, resistenza fisica e della libido e conseguente dipendenza dalla droga.

Le Vin Mariani divenne presto la bevanda più famosa d’Europa, grazie anche ad una massiva campagna di marketing che lo stesso Mariani attuò utilizzando tutti i canali di comunicazione disponibili dell’epoca: cartoline, giornali e manifesti pubblicitari.

Buvard publicitaire Vin Mariani, 1896-1897 (Fonte: www.wanted-rare-books.com)

I più famosi furono quelli realizzati dal padre del manifesto moderno Jules Chéret, ma si avvalse anche dei migliori artisti della Belle Epoque che disegnarono bozzetti molto esplicativi delle “miracolose” qualità del Vin Mariani.

Un’altra bella trovata pubblicitaria fu quella di far reclamizzare il prodotto da personaggi famosi, uomini e donne influenti dell’epoca, che agli elogi spesso retorici raccolti poi in alcuni album, accompagnavano un bozzetto del loro busto, diventando dei moderni testimonial.

Anche se non tutti erano consumatori, molte di queste testimonianze erano semplicemente un ringraziamento di cortesia per un omaggio ricevuto.

Tra questi ci furono re e regine, dallo zar di Russia allo scià di Persia, dal principe di Galles alla regina Vittoria di Prussia; musicisti come Giacomo Puccini o Pietro Mascagni, Thomas Edison e i fratelli Lumière, tanti scrittori come Alexandre Dumas, sir Arthur Conan Doyle, Émile Zola, la cui dedica fu “Formulo i più vivi apprezzamenti per questo vino di giovinezza che riporta alla vita, conserva la forza a quanti l’hanno e la rende a quanti l’hanno perduta”, o Jules Verne “Il Vin Mariani, il meraviglioso vino tonico, ha l’effetto di prolungare la vita”.

Il più importante contributo gli fu offerto però dal papato: Leone XIII, fu entusiasta degli effetti terapeutici del Vin Mariani e nella rèclame del manifesto si leggeva: “Sua Santità accorda una medaglia d’oro, avendo trovato nel Grand Tonique Mariani la fonte di sempre forze nuove, l’Augusto e Venerato Pontefice si è compiaciuto di renderlo noto al mondo intero accordando al benefattore dell’umanità signor Mariani una medaglia d’oro”.

La fleur de coca di Angelo Mariani (Fonte: http://percorsidivino.blogspot.it/2013/03/il-vino-mariani-la-cocaina-e-la-coca.html)

Mariani organizzò persino a Parigi una rappresentazione teatrale dal titolo La fleur de coca in cui i protagonisti erano le maschere di Pierrot e Colombina che grazie al Vin Mariani risolvevano tutti i loro problemi sentimentali.

Le Vin Mariani dopo tutto il suo successo non poteva non avere imitazioni e concorrenti: nacquero il Maltine with coca wine, il Metcalf coca wine e il Coca Buton, un liquore raccomandato dal sopra citato dott. Mantegazza, ma non fecero storia come l’originale.

Sulla scia del Vin Mariani, nel 1886 John Stith Pemberton produsse il Pemberton’s French Wine Coca che sembrava potesse aiutare i dipendenti da morfina, come lo era lo stesso Pemberton reduce della guerra di secessione.

Poi, con l’affermarsi dei movimenti che combattevano contro l’uso dell’alcol, egli sostituì il vino con la noce di cola[1]che contiene molta caffeina.

Nacque così la Coca Cola, la bevanda che nel tempo, eliminando la cocaina e variandone gli ingredienti, ha conquistato il mercato mondiale.

Pemberton’s French Wine Coca (Fonte: www.messynessychic.com)

Per quanto riguarda Le Vin Mariani à la Coca du Pérou, il suo declino arrivò all’inizio del Novecento, quando scoperti gli effetti devastanti di questa droga, la cocaina venne messa al bando.

Angelo Francesco Mariani non ne modificò la ricetta per mantenere il prodotto sul mercato (forse perché pago del suo successo in termini economici) e ben presto cadde nel dimenticatoio.

Oggi sembra che un suo erede voglia rimetterlo in commercio, ma non sappiamo con quali ingredienti.

 

 

 

[1] La noce di cola è il frutto di diverse specie di piante dell’Africa occidentale o dell’Indonesia appartenenti al genere Cola. È uno degli ingredienti delle bevande a base di cola. Possiede un gusto amaro per l’alto contenuto di metilxantine (tra cui la caffeina). Fonte: it.wikipedia.org
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2 commenti

  1. Complimenti per l’ottima ricerca. Mi fa piacere aggiungere che il Vin Tonique Mariani è tornato in produzione del 2018 per opera di Christophe Mariani, discendente del fondatore Angelo. La ricetta originale è fedelmente rispettata, tuttavia per ovviare alle giuste limitazioni legali, viene impiegato un distillato di foglie di coca anzichè l’infusione delle stesse foglie e la successiva fortificazione con alcool, come invece avveniva in passato. Il distillato apporta la stessa carica aromatica dell’infusione, ma durante il processo di distillazione la componente alcaloide si disperde e quindi anche il successivo effetto allucinogeno viene meno, rendendo così la bevanda perfettamete legale.
    Il Vin Tonique Mariani è importato e distribuito in Italia da KHWines s.r.l. – mm@khwines.itgg@khwines.it

    1. Grazie mille, Michele!
      Lo hai mai provato questo Vin Tonique Mariani?

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Giulia Cosenza

Calabrese DOC, sommelier con master in Cultura dell'alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche

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