L’evoluzione del Frascati, l’antichissimo vino protagonista indiscusso della tradizione enogastronomica laziale: dalle terre vulcaniche del mitico lago Regillo la produzione biologica dell’azienda agricola De Sanctis
Abbandoniamo l’idea del vino da “fraschetta”, uno stereotipo ormai superato. Il Frascati non si beve più in osteria, seduti attorno a rustici tavoli di legno, né tantomeno servito nei fiaschi. Ci troviamo di fronte ad un vino di grande importanza, che ha segnato non solo la storia della viticoltura del Lazio, ma che ha accompagnato per secoli le pietanze dell’antica Roma e del Papato, e che oggi possiede ben tre denominazioni nella DOC Frascati e nelle DOCG Frascati Superiore e Cannellino di Frascati, a garanzia del suo alto livello qualitativo.
Il territorio interessato alla sua produzione è quello dei Castelli Romani (nei comuni di Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone, ed in parte quelli di Roma e Montecompatri), campagna alle pendici dei Colli Albani, una terra di origine vulcanica dove la storia si mescola con le tradizionali “gite fuori porta”, ovvero le spensierate giornate all’insegna del buon cibo e del buon vino. Il cuore pulsante del territorio è la cittadina di Frascati, nata dopo la distruzione dell’antichissima Tusculum nel 1191 da parte dell’esercito del Comune romano: rasa al suolo, gli abitanti si rifugiarono in abitazioni di frasche (in frascata), attorno ad antiche chiese e da qui si ebbe il nome della città. Frascati è nota anche per le sue splendide ville, costruite tra il XVI e il XVII secolo per motivi politici e sociali dall’aristocrazia romana e dalla corte papale.
Secondo un’antichissima tradizione, Saturno, fuggendo dalla persecuzione di Giove suo figlio, si nascose nel Lazio; in cambio dell’asilo ricevuto donò a quei popoli l’agricoltura, spargendo tra essi l’abbondanza. Si vuole che da lui sia stata piantata la prima vite, diventando vitisator. I Romani diventarono velocemente abili coltivatori, incrementando sempre più la produzione e importando nuovi vitigni; già nel periodo repubblicano l’antenato del Frascati, chiamato Vino di Tuscolo, era una ottima alternativa ai più amati Falerno o Cecubo, ed è sempre stato, forse più di ogni altro, il vino di Roma per antonomasia, famoso in tutto il mondo. Con la caduta dell’Impero Romano e nel Medioevo, la viticoltura subì una forte riduzione, rimanendo concentrata soprattutto nei monasteri e nelle abbazie per la produzione di vino da messa e per le preparazioni medicinali, e con il miglioramento delle tecniche enologiche, il Frascati diventò molto richiesto a Roma.
In seguito fu molto amato dai Papi: fu infatti Paolo III ad imporlo sulle mense pontificie. E la fama dovette continuare per secoli se il grande scrittore tedesco Goethe, durante il suo soggiorno romano del 1816, definì Frascati come “Terra dei principi e vino di Papi e poeti”. Divenne un vero e proprio protagonista storico e influenzò usi, costumi ed economia. Le oltre mille osterie del territorio, che affascinavano nobili e visitatori di passaggio, erano quasi tutte proprietà dei produttori di vino, e, intorno ad esse, nacquero tradizioni che sono giunte a noi fino al secolo scorso.
Il Frascati è un vino bianco caratterialmente di colore giallo paglierino più o meno intenso, con riflessi dorati. Al naso richiama note di fiori bianchi come il gelsomino e fruttate di agrumi e frutta matura, di buon corpo, dotato di una buona mineralità, fresco, sapido, equilibrato e persistente; è vinificato anche in versione spumante (ottenuta col metodo charmat) nelle tipologie brut ed extra dry, mentre il Cannellino, da vendemmia tardiva, è caratterizzato dal colore intenso e dal caratteristico gusto avvolgente, dalle note di uva passa e mandorle e con un gusto dolce e delicato. I vitigni che concorrono alla sua produzione sono la Malvasia di Candia, l’autoctona Malvasia del Lazio (o “puntinata”, per via dei puntini che si evidenziano sull’acino), il Trebbiano toscano, il Trebbiano giallo, il Bombino bianco (o Bonvino) e il Bellone (o Bello), anche quest’ultimo autoctono della zona.
Molti sono i produttori di Frascati che hanno deciso di puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità, a sostegno del valore culturale che questo vino ha assunto nel corso dei secoli e delle sue grandi potenzialità. Sull’antichissima terra vulcanica del leggendario lago Regillo[1], tra vigneti e uliveti, conosco un’azienda agricola che attraverso l’adozione del regime biologico certificato, protegge e valorizza i suoi prodotti e la storia del suo territorio: si tratta dei De Sanctis, viticoltori fin dal 1816, che sotto l’egida di Luigi, affiancato dalla moglie e dai figli Andrea e Francesco, l’enologo dell’azienda, sono riusciti a dare un’impronta importante nel panorama produttivo di questo vino, coniugando le moderne tecniche con la tradizione e il rispetto per la natura, regalandogli tutta la tipicità del Frascati, ed esaltandone le caratteristiche organolettiche.
Cinque le loro etichette: Abelos, un Frascati Superiore DOCG; 496, un Frascati DOC; Amacos, un Frascati Superiore Riserva DOCG; 17/11 Cannellino di Frascati DOCG Superiore; Iuno, un Cabernet Franc Lazio IGT. Quando si dice che “il vino si fa in vigna” è proprio questo quello che avviene qui: per ottenere un prodotto d’eccellenza, ogni parte della filiera deve essere attentamente curata dalla scelta dei vitigni, ai metodi di coltivazione, fino alla raccolta e a tutte le fasi di trasformazione; la cantina si trova proprio nel vigneto e l’uva dalla pianta viaggia solo alcuni metri. Cura, passione e perseveranza ripagano sempre di tutti gli sforzi.
Via Pietraporzia, 50 – 00044 Frascati, Roma – Italia
Mob. +39 340-3962771
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E-Mail: info@frascati-wine.com
[1] Nel 496 a.C. presso questa località si combatté una storica battaglia che sancì il predominio di Roma sulla lega latina.
Gentili signori,
Gradivo sapere se imbottigliate il vino Frascati in fiaschi e se si quanto costano e se potete spedirli.
Grazie
Massimo
Caro Massimo,
dovrebbe rivolgersi direttamente all’azienda.
Grazie!