Cibo

Il bocconotto, dolcetto che si mangia in un boccone

Bocconotto, bucchinotto o buccunotto: il delizioso pasticcino di frolla farcita di confettura che si mangia in un sol boccone

Parliamo ancora di golosità nostrane. Oggi tocca al bocconotto (bucchinotto o buccunotto), un dolcetto piccolo, ma davvero golosissimo, fatto con ingredienti semplici.

Si tratta di piccole paste frolle di forma ovale, rotonda o a canestrello che possono essere farcite con differenti ripieni.

Secondo la ricetta tradizionale calabrese questi bocconcini dolci hanno una farcitura di mostarda o confettura d’uva, ma si possono trovare anche al cioccolato, alla crema, con marmellate varie, miele, noci ed uva passa.

L’usanza vuole inoltre che il bocconotto si chiami così poiché può essere mangiato “in un sol boccone”, e proprio perché rappresenta un prodotto particolarmente caratteristico della gastronomia calabrese, anche questo è stato inserito dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF) nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).

In Calabria abbiamo quello tipico di Mormanno e quello di Amantea: il primo è solitamente tondo (si trova anche ovale), di circa 4 centimetri di diametro, ripieno di confettura (o anche cioccolato) e spolverizzato con zucchero a velo; il secondo è di forma ovaleggiante, dall’esterno in pasta frolla, con all’interno zucchero, cioccolato, cannella, chiodi di garofano e mandorle tostate tritate.

Ad Amantea, addirittura, hanno creato il Bocconotto gelato![1]

A Mormanno, piccolo borgo del Parco Nazionale del Pollino a pochi chilometri dal confine con la Basilicata, sembra che questo dolcetto risalga alla fine del 1700, quando i contadini mormannesi lo crearono utilizzando materie prime semplici, facili da reperire ma di ottima qualità, capaci di apportare le giuste calorie per affrontare la vita dei campi.

La sua preparazione è molto radicata in queste zone, tanto che, ogni anno nel mese di giugno, gli viene dedicata addirittura una festa.

Bocconotti del Pollino

Questa tradizione dolciaria è ben presente nella provincia cosentina, ma è tipica anche di quella lucana, abruzzese e pugliese, con un ripieno che varia secondo le località in cui viene prodotto.

Nel cosentino si pensa che sia la variante di un altro antico dolce chiamato Varchiglia alla monacale.

Il termine deriva probabilmente dallo spagnolo barquilla, cioè una cialda a forma di “barchetta”, perché ricorda proprio una piccola imbarcazione.

Le sue origini risalgono al 1200, e fu creata dalle suore Carmelitane Scalze (ordine monastico spagnolo che a quei tempi aveva stabilito un convento a Cosenza), grandi produttrici di dolci e che donavano proprio queste varchiglie ai vescovi.

Si narra che furono le novizie delle famiglie benestanti cosentine a “copiare” la ricetta dalle suore e a diffonderla nei salotti altolocati della città, tramandandola fino ai giorni nostri; oggi il Gran Caffè Renzelli sembra che sia il custode di questa tradizione gastronomica.

La ricetta originale era composta da un interno morbido di mandorle e zucchero, racchiuso in un guscio di pasta frolla e ricoperto da una glassa di zucchero.

Dal 1800 circa c’è stata l’aggiunta di cioccolato fondente alle mandorle e zucchero, anche per la copertura.

Dalle queste deriverebbero quindi i bocconotti, con la sostituzione del ripieno. A Cosenza queste prelibatezze si preparano in varie ricorrenze come Natale, Pasqua e matrimoni.

Varchiglia alla monacale del Gran Caffè Renzelli (Cosenza) – Fonte: www.renzelli.com

Possiamo infine dire che oltre ad essere dei piccoli piaceri per il palato, con la loro frolla friabile che si scioglie in bocca, sono fatti con ingredienti sani e genuini e si conservano a lungo.

Vi riporto la ricetta dei bocconotti calabresi, che potete preparare a casa.

Oppure, in alternativa, venite in Calabria a mangiarli!

Bocconotti calabresi

Ingredienti:

  • 500 grammi di farina, 00;
  • 200 grammi di zucchero;
  • 150 grammi di strutto;
  • 3 uova; una bustina di lievito per dolci;
  • 1 bustina di vanillina;
  • 250 grammi di mostarda d’uva oppure marmellata di albicocche o di ciliegie;
  • 30 grammi di zucchero a velo.

Preparazione:

Setacciate la farina su un piano di lavoro formando con essa una fontana nella quale metterete – uno per volta – le uova mescolando bene il tutto con una forchetta.

Poi unitevi la vanillina, il lievito, lo strutto e lo zucchero impastando bene, fino ad avere una pasta compatta con la quale formare un panetto.

Intanto imburrate e infarinate le formine per poi prendere metà della pasta e stenderla per ottenere una sfoglia di un mezzo centimetro.

Ora formate dei quadrati con l’impasto e poneteli all’interno delle formine di acciaio, facendoli aderire in tutto lo stampo ed eliminando l’impasto in eccesso.

Con tutta la pasta fuoriuscita dai bordi delle formine otterrete dei bocconotti da riempire con mostarda d’uva o marmellata di albicocche o di ciliegie.

Successivamente, stendete l’altra parte del panetto messo da parte, ritagliate la sfoglia e copritevi il dolcetto premendo l’impasto sui bordi dello stesso per chiuderlo.

Eliminate la pasta in avanzo e ponete le forme su una teglia da forno, non molto vicine, facendo cuocere in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti circa.

Una volta cotte fateli raffreddate, toglieteli dalle forme e metteteli su di un vassoio cospargendoli di zucchero a velo.

 

Sitografia

[1] www.gentedelfud.it/produttore/dettaglio/bar-gelateria-sicoli/

www.renzelli.com

 

 

 

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1 commento

  1. […] in cassa”: la prima indicherebbe l’involucro esterno che contiene un ripieno (come quello della varchiglia calabrese o del bocconotto  o del fruttone salentino, realizzato con una formina di rame a “barchetta”); la seconda […]

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Giulia Cosenza

Calabrese DOC, sommelier con master in Cultura dell'alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche

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